BORN è una ricerca italiana che nasce dall’intuizione e dalla perseveranza di due medici, amiche e colleghe dai tempi dell’università, attive collaboratrici e sostenitrici di Genitin Onlus, che potrebbe cambiare la vita di milioni di bambini nati pretermine in tutto il mondo.
Finalmente il progetto BORN, ricerca italiana a cui Genitin Onlus ha dato il suo contributo, si avvia con risultati estremamente incoraggianti verso la sua fase finale.
Lo scopo della ricerca era quello di verificare la fattibilità e l’efficacia di un programma di terapia trasfusionale del neonato pretermine con globuli rossi concentrati ottenuti da sangue del cordone ombelicale “allogenico” (ossia del sangue che viene raccolto al momento del parto dei neonati a termine). La scelta di donare il sangue del cordone ombelicale alla nascita del loro figlio è un gesto di solidarietà e generosità e permette di utilizzare le cellule staminali ematopoietiche contenute nel sangue di cordone per il trapianto di pazienti affetti da patologie ematologiche. Purtroppo, molte delle unità raccolte non contengono abbastanza cellule staminali, invece il quantitativo in globuli rossi è adeguato ad una trasfusione di un piccolo pretermine.
L’obiettivo dello studio BORN è stato raggiunto: i risultati fanno sperare che queste trasfusioni possano addirittura contrastare alcune patologie che affliggono i bambini prematuri, come la retinopatia.
La retinopatia del prematuro (ROP) è una condizione che può colpire i neonati nati molto prima del termine, causando gravi problemi alla vista e, nei casi peggiori, la cecità. Lo studio BORN è unico nel suo genere, esplorando un approccio innovativo per proteggere questi piccoli pazienti. Vediamolo nel dettaglio.
Di cosa si tratta?
Lo studio BORN è stato realizzato in diversi ospedali italiani. Ha testato un nuovo tipo di trasfusione personalizzata per i neonati prematuri. Invece di usare globuli rossi da donatori adulti (come si fa di solito), si utilizzano globuli rossi provenienti dal sangue cordonale. Questo sangue, ricco di emoglobina fetale, potrebbe offrire una protezione migliore contro la ROP o anche altre patologie tipiche della prematurità.
Perché è importante?
La ROP si sviluppa a causa della crescita anomala dei vasi sanguigni nella retina dei neonati prematuri, un processo che può essere aggravato dalla sostituzione della emoglobina fetale con l’emoglobina adulta. Il trasporto di ossigeno nei tessuti in via di sviluppo avviene infatti in modo differente con i due tipi di emoglobine. Usare sangue cordonale, che mantiene livelli più alti di emoglobina fetale, sembra prevenire o ridurre la gravità della malattia.
Come funziona lo studio?
- Chi partecipa: Neonati nati tra la 24ª e la 27ª settimana di gravidanza.
- Cosa si confronta: Due tipi di trasfusioni: globuli rossi da adulti e da sangue cordonale.
- Obiettivo: Capire se il sangue cordonale riduce il rischio di ROP grave e migliora altri aspetti della salute dei neonati.
Cosa abbiamo scoperto finora?
I risultati preliminari sono promettenti! Le trasfusioni con sangue cordonale sono sicure e potrebbero ridurre il rischio di complicazioni. Questo approccio innovativo potrebbe rappresentare una svolta per i neonati prematuri, migliorando le loro prospettive di salute a lungo termine.
Uno sguardo al futuro
Se i risultati finali confermeranno quanto scoperto, questo metodo potrebbe diventare il nuovo standard per le trasfusioni nei neonati prematuri. Sarebbe sempre più importante che le coppie scelgano di donare il cordone del loro figlio in maniera solidale. Per dare speranza e garantire a questi piccoli guerrieri un futuro più luminoso, letteralmente e figurativamente.
I ricercatori dello studio BORN ringraziano profondamente le famiglie che hanno scelto di donare il sangue di cordone e tutte quelle che con fiducia hanno acconsentito che il loro piccolo figlio prematuro prendesse parte allo studio.